Era il 2 giugno del 2005 quando incontrai per la prima volta Francesca Gaffuri.
In quel giorno scoprii che il colpo di fulmine esiste e, per farla breve, ebbe inizio la relazione d’amore che proseguì per sei anni.
Francesca si trasferì a vivere nella comunità di ricerca etica e spirituale di cui facevo parte e lì vivemmo per 12 anni.
Ma non è di questo che voglio parlarvi bensì di come è nata Jala.
A dicembre del 2005 regalai a Francesca, in occasione del suo compleanno, un corso di cosmesi domestica al quale partecipammo insieme. Subito dopo iniziammo a sperimentare preparazioni cosmetiche casalinghe con notevole passione e apprezzabili risultati. A maggio del 2006 partecipammo al secondo incontro di cosmesi domestica e nel condividere con l’insegnante e con i partecipanti al corso i nostri prodotti, ricevemmo molti incoraggiamenti nel procedere vista la texture dei nostri “esperimenti”.
Senza rendercene conto avevamo unito il gusto e la ricerca di materie prime per nutrire la pelle, delle quali Francesca era portatrice, con la mia esperienza di chef di certo non agli esordi nell’unire ingredienti per realizzare un composto, una salsa, una crema. Inoltre in quel periodo stavo studiando la kinesiologia sperimentale la quale fu di grande aiuto per trovare elementi e quantità appropriate per coprire la sfera della conservazione del prodotto.
Nell’estate del 2006 nasce “Sole e Rosmarino” una linea di prodotti cosmetici e per la detersione del corpo tutta fatta in casa, offerta ad amici e parenti.
Decidemmo di commercializzare la linea e cercammo un laboratorio di cosmesi con il quale poter realizzare prodotti regolarmente registrati e vendibili al pubblico e contestualmente, riscontrando che per la maggior parte delle persone il nome della linea ‘Sole e Rosmarino’ sembrava indicare che si trattasse di una linea al rosmarino, cercammo un nome più appropriato.
Di ritorno da un viaggio in India nel quale incontrammo la medicina tribale, a coronamento dello studio dell ’Ayurveda che portavamo avanti dal momento in cui ci siamo incontrati nel 2005, arrivò il nome “Jala” dal sanscrito “acqua”, uno dei cinque elementi che secondo la conoscenza vedica costituiscono il nostro organismo.
Perché la funzione primaria di una crema è quella di idratare la pelle, l’acqua preserva la vita, difendendo la pelle dall’invecchiamento.
Era febbraio 2008. Dopo aver realizzato la prima piccola produzione, iniziammo a scoprire che non era così facile riuscire a farsi spazio fra gli scaffali dei negozi. Ricordo il primo giro d’Italia, in auto, Francesca, io e le “bambine”, chiamavamo così le creme e i prodotti Jala.
Con un elenco delle erboristerie stampato da Internet, siamo partiti da Ancona, siamo arrivati a Napoli e tornati nelle Marche. Non ricordo quanti negozi visitammo, ma ricordo bene che vendemmo i prodotti a quattro o cinque di essi. Come? Entravamo nei negozi raccontando la nostra storia e questo colpiva piacevolmente i negozianti ma non avevamo uno storico che potesse offrire fiducia e il packaging e la comunicazione erano così essenziali da non avere un appeal nel patinato mondo commerciale dove la concorrenza nella vendita è molto aggressiva.
Malgrado ciò, con una enorme concentrazione delle nostre risorse personali per la vendita, in poco più di un anno riuscimmo ad essere presenti in una trentina di negozi sul territorio italiano. Cercammo allora agenti di vendita e proponemmo Jala ad un distributore di prodotti per erboristerie.
Affascinati e forse un poco illusi dall’idea di non dover concentrare quasi tutta la nostra energia nella vendita, decidemmo di affidare la distribuzione di Jala con un contratto di vendita in esclusiva.
Dopo meno di un anno ci rendemmo conto che quella non era la strada che volevamo per Jala e non per i guadagni, tuttavia al di sotto delle aspettative visti i costi della rete vendita, ma per aver perso il contatto e la relazione con i clienti. “Svincolati dal contratto di esclusiva pagammo un caro prezzo: ricominciare da capo con i partener di vendita, perchè avendo interrotto la relazione con il distributore, avevamo perso molti contatti con i negozi.
Fu estremamente complesso riposizionare Jala nei punti vendita, ma quella difficoltà ci permise di esprimere la vera personalità di Jala, ciò che Francesca in prima persona voleva trasmettere.
Con la fine della nostra relazione di coppia nel 2011 decidemmo di occuparci in maniera più specifica delle nostre competenze separando i ruoli: io andai avanti con la pratica e l’insegnamento dell ’Ayurveda, ricevendo un piccolo aiuto da parte di Francesca e lei proseguì con Jala ricevendo un piccolo aiuto da parte mia. Nello specifico mi dedicai alla contabilità.
Nata in casa, Jala era diventata un’azienda e Francesca proseguì a pieno regime nella gestione del progetto portando avanti sia la parte creativa di sviluppo del packaging che le formulazioni dei prodotti in collaborazione con il team di biologi del laboratorio di produzione.
“Una storia d’amore conclusa dopo sei anni e trasformata in qualcosa che è andato oltre l’incontro fisico e che è divenuta una profonda amicizia, un incontro di anime, forse già compagne da molto, molto, tempo.
Jala parla della delicatezza e dell’eleganza, della passione per la bellezza e per la femminilità di Francesca, della ricerca della materia prima più preziosa per la sua efficacia nel nutrire la pelle.
Parla di un sogno al quale Francesca ha creduto e che con impegno e dedizione ha trasformato in realtà.
Lo scorso dicembre 2017 Francesca ha lasciato il corpo, pochi giorni prima del suo cinquantesimo compleanno. Il suo tempo su questa terra era evidentemente terminato.
E oggi Jala continua a parlare di lei poiché Jala è il suo dono al mondo, il frutto della sua dedizione per questo progetto che nonostante il duro, durissimo lavoro, ha arricchito in questi dodici anni me per primo, insegnandomi cosa significa mettere cuore e anima nel progetto in cui si crede.
Un nuovo capitolo di una storia mai interrotta. Procedendo con la gestione di Jala, ricontattando i clienti, resto stupito dalla relazione che Francesca aveva con ognuno di loro.
Vi cito il racconto di un cliente dopo aver saputo della morte di Francesca:
“….era il 23 dicembre 2014, chiesi a Francesca alcuni prodotti e una volta ricevuti le dissi che erano davvero ottimi e che se si realizzerà il mio sogno di aprire una piccola SPA proporrò Jala a i miei clienti. Francesca rispose: Sei davvero gentile e sensibile. Jala per me rappresenta molto di più di ciò che è nella realtà visibile. È il progetto in cui credo, è la mia strada e il mio cuore, sono sempre molto felice quando trovo altri cuori che risuonano con queste scelte. Un caro augurio di giorni sereni a te e alla tua compagna. E come dice Jala ”non smettere mai di sognare”.
Se hai un sogno e ci credi veramente, la tua forza e la tua energia gli daranno forma. Jala è una testimonianza. Quindi sogniamo questa nuova SPA e tutto ciò che potrà portare di bello e consapevole al mondo…”
Ringrazio questo cliente, perché il suo racconto mi ha aiutato a scegliere di portare avanti Jala. Non pensavo di poterlo fare perchè il progetto mi mantiene legato emozionalmente a Francesca, ma questo racconto, le parole di alcuni collaboratori e la famiglia di Francesca semplicemente con il loro comportamento, sono stati decisivi per me.
Jala esiste oggi grazie a Francesca, a lei va tutto il merito, ma sono onorato di aver potuto offrire anche la mia energia e presenza per la sua creazione e con rinnovato entusiasmo, di continuare a farla crescere.
Ringrazio tutti coloro che dal 2005, direttamente o indirettamente, hanno dato il proprio contributo.
Grazie amici, parenti, compagni di lavoro, collaboratrici… senza di voi adesso non starei scrivendo queste parole.
E sono grato oggi per aver avuto la possibilità di vivere così intensamente quanto vi ho raccontato.
Sono grato per aver condiviso con Francesca dodici anni di vita e sono grato per Jala, nata apparentemente per caso, ma nulla è per caso, ogni cosa ha uno scopo ben preciso, ogni cosa porta uno e più messaggi e il bello è scoprirli tutti, giorno dopo giorno.